Lavinia

Sono Lavinia, dottoressa laureata nel 2016, abilitata nel 2017. Sono stata fortunata perché ho trovato da lavorare subito: girando per il mio quartiere cercavo gli ambulatori MMG poi il primo che ho contattato immediatamente aveva bisogno di una sostituta. Il primo giorno di lavoro mi sono presentata con un orzaiolo per lo stress che avevo addosso. Ad aprile ho lavorato due giorni, a maggio e giugno altri due.


“Sono fortunata perché ho trovato da lavorare subito, sostituendo medici di famiglia. Poi ho iniziato a fare le guardie mediche notturne in casa di riposo. La paga era sempre massimo 15 euro all’ora lordi.”


A luglio ho iniziato a fare le guardie mediche notturne in casa di riposo. Per 12 ore mi pagavano 90 euro, che per essere le mie prime paghe mi sembrava tantissimo e avevo accettato. Le prime volte non riuscivo a dormire per la tensione e per fortuna che altri colleghi erano nella mia stessa situazione e quando avevo un dubbio su come trattare un paziente potevo chiamare loro, anche alle 3 di notte. In seguito ho trovato altri lavori in cui la paga migliorava ma sempre massimo 15 euro all’ora lordi. All’inizio ero solo contenta di lavorare ma piano piano mi sono resa conto che prendevo quanto i servizi di pulizia, però io tra le mani avevo la vita delle persone. Inoltre i turni non erano organizzati coi riposi, come libero professionisti ci si autorganizzava tra colleghi e dipendeva da chi arrivava primo a dare le disponibilità, da quanto tempo lavoravi, da quanto bisogno avevi di soldi. Potevi avere anche tre turni notturni uno dietro l’altro e magari un incarico di prelievi la mattina, il riposo non era calcolato, ti riposavi se e quando riuscivi. E se dei turni non venivano coperti i responsabili facevano leva sul tuo buon animo o sul tuo senso di responsabilità (1.non lasciare la struttura senza medico 2.collaborare coi colleghi nelle stesse condizioni)Parliamo dei prelievi. Un contratto di una anno. Il primo anno al rinnovo sono stata fortunata e ho riottenuto lo stesso incarico, il secondo sono rimasta a casa.
Come dicevo comunque sono fortunata, un collega più anziano ora mi ha trovato un posto stabile, in casa residenziale per anziani, lavoro bene, in un ambiente tranquillo e formativo.
Ogni anno comunque è da aggiungere lo stress dei test per la specializzazione o il corso MMG. Ho collegio che smettono di lavorare per studiare, io non me la sono mai sentita, un po’ per non lasciare i miei incarichi senza nessuna certezza futura, un po’ per non tornare a chiedere i soldi per l’affitto ai genitori.


“Ogni anno è da aggiungere lo stress dei test per la specializzazione o il corso MMG. Ho colleghi che smettono di lavorare per studiare, io non me la sono mai sentita, soprattutto per ragioni di soldi.”


Comunque la specializzazione che interessa a me (igiene) rimane sempre in scelta fino all’ultimo, poi qualcuno alle strette la prende anche se non gli interessa pur di non rimanere senza borsa, poi l’anno dopo riprova il test e se trova qualcosa di meglio abbandona e quella borsa va persa.


“La specializzazione che interessa a me (igiene) rimane sempre in scelta fino all’ultimo, poi qualcuno alle strette la prende anche se non gli interessa pur di non rimanere senza borsa.”


 

EMERGENZA COVID

Dove lavoro I pazienti sono per lo più anziani e ci sono anche alcuni pazienti col respiratore. Fin dall’inizio dell’epidemia ci siamo resi conto che se il virus entrava nelle nostre strutture sarebbe stata una strage. Inizialmente abbiamo dovuto chiudere gli ingressi ai parenti, cosa che per alcuni pazienti è un trauma. Alcuni non riescono neanche a capire la situazione perché dementi o con patologie neurologiche o psichiatriche per cui parole e spiegazioni valgono ben poco, per molti non sappiamo neanche come se la vivono perché non hanno la capacità di esprimersi e aumentano solo gli episodi di agitazione, autolesionismo, depressione. Molti altri soffrendo di ipoacusia non possono mettersi neanche in contatto con le famiglie telefonicamente.


“Dove lavoro ora I pazienti sono per lo più anziani e ci sono anche alcuni pazienti col respiratore. Fin dall’inizio dell’epidemia ci siamo resi conto che se il virus entrava nelle nostre strutture sarebbe stata una strage.”


Ora che i parenti sono tagliati fuori l’unico modo che ha l’epidemia di entrare è tramite noi sanitari. Passiamo quindi le nostre giornate a fare il conto dei dpi che abbiamo a disposizione, razionando ogni mascherina. I pazienti non possono più uscire per eseguire visite che non siano di vitale importanza e anche questa responsabilità dobbiamo prenderci, di decidere di non far fare un esame o una visita specialistica del quale ci sarebbe bisogno ma è più rischioso per il paziente esporsi all’infezione.
L’ansia comunque parte ogni volta che un paziente presenta febbre o sintomi respiratori, la certezza che non sia COVID positivo almeno all’inizio non puoi mai avercela perché per avere un tampone ci vogliono giorni, nel frattempo si fatica ad allestire camere singole per istituire gli isolamenti per mancanza di spazi.
Una notte ho fatto anche un turno in guardia territoriale, durante il quale ho ricevuto dieci telefonate per tosse e febbre. Il numero dedicato all’emergenza è sempre occupato. Quando mi ha chiamato un’ottantenne con la pressione alta sono dovuta andare in visita domiciliare senza dpi perché l’ambulatorio non ne era fornito, mettendo a rischio me e lei.


“Una notte ho fatto anche un turno in guardia territoriale, durante il quale ho ricevuto dieci telefonate per tosse e febbre. Il numero dedicato all’emergenza è sempre occupato.”


Le domande che mi pongo sono:
Come è possibile che da metà gennaio (quando l’epidemia è esplosa in Cina) non ci siamo posti il problema che il virus poteva arrivare anche da noi?
Una volta che passerà questa crisi si capirà che le scelte politiche ed economiche che agiscono su un territorio devono assolutamente tenere conto anche degli aspetti sanitari e che a mantenere il SSN senza margini si va avanti a fatica e se succede che serve una virgola in più si finisce al collasso?
Si capirà che tutta la popolazione ha bisogno di avere più competenze e capacità di leggere le situazioni che vive e che la disinformazione su cui si basa il nostro sistema ha generato e continuerà a generare mostri?


“Una volta che passerà questa crisi si capirà che le scelte politiche ed economiche che agiscono su un territorio devono assolutamente tenere conto anche degli aspetti sanitari?
Si capirà che la disinformazione su cui si basa il nostro sistema ha generato e continuerà a generare mostri?”